Ratzinger? un Papa Benedetto? Il mio dietro le quinte del Vaticano

Martedì 21 Febbraio 2023

Relatori:
Monsignor Giulio Dellavite, intervistato dal PP Geppi De Beni

Avevamo già avuto il piacere di incontrare Don Giulio lo scorso anno in occasione dell’uscita di un suo libro “Se ne ride chi abita i cieli”, nel quale, grazie al dialogo tra un manager e un gruppo di monaci avevamo appreso i meccanismi che regolano, non solo teologicamente, un monastero. Questa volta, ci sono state aperte niente di meno che le porte del Vaticano e dei meccanismi che regolano il Conclave, vissuti in prima persona ed attivamente proprio da Don Giulio.

L’occasione è stata quella di chiedere, da chi lo aveva conosciuto direttamente, che Papa fosse stato Ratzinger e quali fossero le dinamiche che avevano portato alla sua nomina.

In primis abbiamo appreso che fosse un uomo estremamente intelligente, preparato, dolce e timidissimo, tanto da soffrire l’espansività delle folle e un ruolo che lo voleva, ovviamente, sempre al centro dell’attenzione. Come ci ha spiegato Don Giulio, intervistato dal nostro PP Geppi, era acutissimo: molte delle riforme che la Chiesa sta portando avanti si devono alla sua lungimiranza (aveva addirittura chiesto ai Vescovi di tutto il mondo cosa ne pensavano se avessero consentito il matrimonio ai preti!). Era un fine teologo ma anche una persona che non nascondeva i problemi contingenti di una Chiesa alla prese con la pedofilia.

Aveva un grandissimo nemico, e ne era conscio, la sua inguaribile timidezza, che lo faceva apparire freddo e distaccato, così da aver nominato inizialmente il Cardinal Bertone come sua “voce”, salvo doversi ravvedere a causa della visibilità e indipendenza che aveva raggiunto. È il motivo principale per cui decise di dimettersi, i fraintendimenti che restavano sospesi a causa delle sue inesatte comunicazioni, rischiavano di nuocere troppo a una Chiesa già sotto l’occhio del ciclone.

In realtà non era un ambizioso e fino all’ultimo aveva sperato di non essere eletto, ma il Conclave, come ci ha spiegato Don Giulio, è un momento particolare dove si stringono e si annullano alleanze tra una “fumata” e l’altra. Alla fine la spuntò su tutti, soprattutto sull’altro favorito, Bergoglio, con il quale condivise un insolito papato a due.

Inevitabile, quindi, il raffronto tra i diversi papi che si sono succeduti al soglio pontificio. Ognuno in rappresentanza di un’epoca e di un certo momento storico, che in base a carattere e predisposizioni è stato affrontato in un certo modo. Pensiamo agli ultimi Papi.

Pio XII, tanto criticato per il suo atteggiamento apparentemente distaccato nei confronti del nazismo: conosceva personalmente Hitler che cercò in tutti i modi di ucciderlo in quanto simbolo della Chiesa. Proclamò che se i nazisti fossero giunti a Roma, avrebbero arrestato Monsignor Pacelli, ma non il Papa. E fu così che si dimise, il primo Papa nella storia a farlo.

Gli successe un Papa “caldo”, popolare, il “nostro” Papa Giovanni XXIII, che ebbe il coraggio di indire un Concilio senza ben sapere a cosa stava andando incontro, pensando di concluderlo in pochi giorni, durò 5 anni, tanto che lo chiuse Paolo VI, che non avrebbe probabilmente mai avuto il coraggio di proporlo ma che aveva avuto sicuramente una “testa” più fine per aprire le porte ad una Chiesa in grado di leggere il messaggio dei tempi.

Dopo un Papa forte venne scelto un Papa mite, Giovanni Paolo I che non seppe portare il peso del ruolo e morì angosciato pochi giorni dopo la sua nomina.

Un Conclave “d’emergenza”, quindi, nominò un Papa inaspettato: Giovanni Paolo II, il Papa polacco che abbiamo imparato tutti a conoscere per la sua energia, la sua capacità comunicativa, il suo carattere forte.

Ratzinger venne quindi eletto quale contraltare, dopo anni di visibilità serviva tornare ai principi, con un Papa mite, buono, attento, in grado di cogliere i messaggi contemporanei trasferendoli nella dottrina.

Un percorso continuato dall’argentino Bergoglio, in modo più diretto, dissacrante, rumoroso, appunto, sudamericano.

Una Chiesa, quindi, che cerca di leggere i tempi, cercando di nominare quale suo riferimento in quel preciso momento storico, la persona più consona, cordate permettendo.

Magari tra qualche anno ci emozioneremo pensando di aver avuto ospite il futuro Papa……anche se Don Giulio, in modo decisamene tranchant ci ha detto che: “preferisce vivere”! Come dargli torto!

E comunque…mai dire mai!

Simona L.

 

BOLLETTINO N°18 – Volume 37

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con allestimenti ripensati sia all’interno che all’esterno, sarà uno dei fiori all’occhiello della nostra città per Bergamo-Brescia Città della Cultura 2023. Avremo l’onore di poterla visitare in ESCLUSIVA, godendo dei nuovi percorsi, di ogni quadro, di ogni colore.

  1. 18.30 Inizio visita guidata alla Collezione, Visita guidata alla Mostra “Cecco del Caravaggio“,
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