“ Tradizione e modernità. Il mestiere della diplomazia”

Relatore: Patrizia Falcinelli, Ambasciatrice d’Italia ad Atene

In apertura dell’incontro è il Segretario del Club, Emilio Crotti, a rivolgere un benvenuto ai numerosi ed eccellenti ospiti: la relatrice della serata, Sua Eccellenza l’Ambasciatrice d’Italia ad Atene, Patrizia Falcinelli, il Governatore in carica del nostro Distretto, Laura Brianza, il Governatore eletto, Edoardo Gerbelli, il Segretario distrettuale nonchè Governatore designato per l’a.r. 2023-24, Giuseppe Delbene, la Segretaria distrettuale del prossimo anno, Elena Grassi. Un particolare benvenuto, inoltre, viene rivolto a Susanna Pesenti che interverrà attivamente nel corso della serata nella sua qualità di giornalista e di cui Emilio, con un sintetica esposizione, illustra la lunga carriera.
Il Presidente, Giorgio Donadoni, nell’esprimere l’orgoglio di avere come illustre ospite e relatrice l’Ambasciatrice
Falcinelli, sottolinea come sia stato portato in evidenza nel nostro Club, nel corso di tanti incontri, il ruolo delle donne di successo, non in quanto donne ma in funzione delle capacità e delle competenze che prescindono dal genere.
Aggiunge che all’interno del Club sono attivamente presenti donne che hanno percorso con successo una carriera professionale e, per fare un solo esempio, cita la nostra socia onoraria Silvia Giordani, scienziata bergamasca che insegna alla Dublin City University, Dipartimento di nanotecnologie e direttrice di scienze chimiche, di cui proprio in questi giorni è apparsa una pubblicazione sulla prestigiosa rivista Nature.

Il Presidente eletto del Club, Geppi De Beni, nel ripercorre il curriculum dell’Ambasciatrice Falcinelli, che conosce da tempo e del cui profilo una sintesi è riportata nell’invito all’incontro, richiama l’importanza del ruolo svolto dalle nostre ambasciate, particolarmente valido ed efficace se paragonato a quello di altre nazioni più dotate di personale e mezzi. Aggiunge un ricordo personale dell’incontro che ebbe con l’Ambasciatrice in occasione di un suo viaggio di lavoro in Turchia, avendo avuto modo di apprezzarne la professionalità, la competenza ed il pragmatismo. Susanna Pesenti inizia il suo intervento delineando il ruolo degli ambasciatori di cui si pensa di sapere mentre in realtà non si sa molto. Si tratta di funzionari pubblici che hanno raggiunto l’ultimo gradino della carriera diplomatica alla quale si accede per concorso pubblico annuale partendo dal ruolo di segretario di legazione, poi di consigliere di legazione, quindi di consigliere di ambasciata, per approdare infine gli ultimi due gradini di ministro plenipotenziario ed ambasciatore. Ai due gradi di consigliere di legazione e ambasciata si accede generalmente per anzianità mentre gli ultimi due gradi dipendono esclusivamente da una designazione del Ministero degli Esteri che deve essere approvata dal Consiglio dei Ministri.

Nel corso della carriera diplomatica, ad ogni gradino della stessa, sono previsti periodi di permanenza all’estero ed altri in sede, alla Farnesina, che è diretta dal più alto in grado dei diplomatici, il segretario generale. Fino a pochi giorni fa era Elisabetta Belloni, nominata il 12 maggio scorso capo del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza italiano, la prima donna a capo della diplomazia italiana e la prima dei servizi segreti del nostro paese. Pesenti rivolge quindi la prima domanda che riguarda il ruolo dell’ambasciatore che in questi ultimi decenni è cambiato molto, non solo rispetto ai compiti svolti ed ai rischi che comporta (il riferimento più recente è l’efferato delitto del nostro ambasciatore nella Repubblica Democratica del Congo, Luca Attanasio) ma anche a seguito dell’estendersi della rete informatica che ha modificato in modo prepotente ed efficace il modo di lavorare ed interagire. Un mondo completamente diverso dal passato quando i documenti viaggiavano con la valigia diplomatica! Patrizia Falcinelli vuole anzitutto puntualizzare come possa essere distorto il ruolo del diplomatico nell’immaginario collettivo che può vederlo come un burocrate sommerso da montagne di pratiche da evadere o piuttosto come un personaggio intento a brindare con un bicchiere in mano partecipando felice a sfarzosi ricevimenti in mezzo a tanta bella gente o, infine, impegnato in negoziati segreti o trame con altri paesi.

È sempre stato difficile comprendere il ruolo del diplomatico, una professione tra le più antiche al mondo che si è evoluta nel tempo. Una professione che si intraprende per pura passione perché comporta uno stile di vita molto particolare, implicando moltissimi sacrifici dal punto di vista familiare, psicologico, sociale. L’attività del diplomatico è vastissima ed estremamente variabile, cambiando da paese a paese e tanto più difficile se si opera in piccole ambasciate dove si è destinati a fare di tutto per mancanza di un adeguato numero di funzionari che assolvano i diversi compiti che un’ambasciata deve svolgere. In altre parole, in questi contesti si è chiamati a rappresentare una Italia in miniatura, a promuovere cioè l’Italia in tutte le sue sfaccettature, politiche, commerciali, culturali, di cooperazione, di assistenza ai connazionali all’estero, di assistenza alle imprese, eccetera.

L’avvento di internet, che ha cominciato a diffondersi solo da qualche decennio, per rispondere a Pesenti, viene ricordato da Falcinelli richiamando quanto avveniva all’inizio della sua professione, quando dovette impegnarsi in missioni collegate all’approvazione della legge sul diritto di cittadinanza per i discendenti di italiani all’estero di cui fu promotore il nostro concittadino onorevole Mirko Tremaglia.

Nel 1993, a Mendoza (Argentina), dove si era recata ad incontrare il nostro console e la collettività italiana lì residente, il quotidiano italiano arrivava dopo 28 giorni dalla sua pubblicazione e questa era la qualità dell’informazione che potevano ricevere i nostri connazionali, a parte qualche trasmissione di programmi RAI per l’estero. Lo scenario che si presenta oggi è completamente cambiato, soffriamo probabilmente di un eccesso di comunicazione proveniente non solo da canali istituzionali ma anche da una moltitudine di fonti diverse che prima non esistevano o non erano in grado di palesarsi sulla scena internazionale. In questo variegato contesto ci si potrebbe chiedere quale sia ancora la funzione di un’ambasciata visto la ricchezza di informazioni scambiate sulla rete. Il problema, sostiene Falcinelli, è che bisogna saper leggere le informazioni, interpretarle e coglierne il senso per poterne poi riferire alle autorità nazionali contribuendo così ad elaborare una linea politica.

Saper interpretare il mondo che ci circonda, prosegue la relatrice, è la migliore qualità del diplomatico che possieda doti di interdisciplinarietà e aggiunge che gli italiani, abituati a lavorare con meno risorse rispetto ad altri paesi, eccellono in tale ambito. Il diplomatico non è un puro intellettuale ma un manager che si impegna nella gestione di risorse umane e strumentali diverse ed esercita una professione che si impara con l’esercizio della stessa. L’eccezione di un incarico conferito ad una personalità non appartenente ai ruoli della carriera diplomatica è molto rara anche se prevista, recente il caso di Carlo Calenda chiamato a ricoprire tale ruolo, peraltro per pochi mesi, quale rappresentante permanente d’Italia presso l’Unione Europea.

Altra domanda di Pesenti riguarda il rapporto tra una diplomazia nazionale ed una nascente diplomazia europea, in altre parole il rapporto tra la voce unitaria dell’Unione Europea e quella di chi deve difendere gli interessi nazionali.È possibile questa convivenza? In questo momento possibile non lo è, risponde Falcinelli, anche se in un’Europa sempre più integrata sarebbe auspicabile che parlasse con una sola voce anche in politica estera ma ancora non si sono compiuti passi sostanziali in tale direzione.

Alla successiva domanda su come possono le donne intraprendere questa carriera in un passato anche recente

riservata solo agli uomini, l’Ambasciatrice ricorda che l’entrata delle prime donne in carriera diplomatica risale al


1967 e che oggi esse rappresentano il
23% del personale diplomatico mentre solo tre sono collocate al più alto gradino della nostra diplomazia. Sono quindi poche e ciò può essere correlato, come in precedenza sottolineato dalla relatrice, all’entità dei sacrifici, anche di natura familiare, che la carriera comporta pur se compensati da benefici connessi al ruolo.

Falcinelli
conferma che i limiti alla maggiore diffusione delle donne in carriera diplomatica, scalando anche i gradini

superiori della stessa, sono principalmente quelli enunciati da
Susanna Pesenti cui si aggiungono la mancanza, in

molti casi, di una forte motivazione unita ad un eccessivo perfezionismo che caratterizza l’essere femminile e all’impegnativo stile di vita cui si è sottoposti.


Quali consigli dare ad una giovane donna che volesse seguire il percorso diplomatico, quali studi sono propedeutici,


che lingue conoscere, come superare le prove concorsuali? A questa domanda la relatrice racconta la sua personale esperienza di giovane appassionata di lingue straniere concretizzatasi con la frequenza di un liceo linguistico privato. Nutriva molto interesse nei confronti dell’internazionalizzazione e del soggiorno in paesi esteri, manifestando quindi una forte vocazione verso la carriera diplomatica che le permise di sostenere il duro e difficile lavoro di preparazione al superamento del concorso per l’accesso a quella carriera.

Oggi, al contrario del passato, esistono molte università ed altri istituti anche privati che preparano al sostenimento degli esami e che la relatrice consiglia di frequentare perché il loro supporto è molto valido.


Giorgio Donadoni
, intervenendo, invita il Governatore Laura Brianza a prendere la parola, sottolineando come
anch’essa, imprenditrice, appartenga a quella schiera sempre più numerosa di donne di successo.
Brianza condivide quanto detto riguardo ai vincoli frapposti per una maggiore presenza delle donne nella carriera diplomatica ma è interessata a conoscere il pensiero dell’ambasciatrice su una possibile condivisione di obiettivi
e programmi tra il Rotary e la diplomazia italiana che opera nel mondo.

Cosa si potrebbe fare insieme? La risposta di Falcinelli è che dipende dalle aree geografiche in cui si vuole operare, specie con riferimento ai paesi del Maghreb o dell’America latina dove è possibile sviluppare tematiche che interessino le donne, i giovani e i vari problemi sociali che affliggono quelle aree del mondo.

Simona Leggeri, intervenendo su invito di Giorgio, a proposito del ruolo che le donne occupano in misura sempre maggiore nella nostra società, ricorda di essere stata la prima presidente nazionale del Collegio dei Costruttori Edili, l’unica donna in un consiglio di 80 persone! Simona chiede alla relatrice un giudizio sul ruolo che ricoprono la cultura e l’arte, anche in termini economici, nelle relazioni internazionali in paesi come l’Italia e la Grecia che ne sono immensamente dotate: importantissimo, replica Falcinelli, rimarcando quanto ha avuto modo di constatare nella sua stessa sede attuale grazie alla presenza non solo degli uffici diplomatici preposti alle relazioni culturali ma anche dell’Istituto Italiano di Cultura, molto attrezzato, della Scuola Archeologica italiana, l’unica esistente all’estero, e di una delle 8 scuole statali all’estero che offre il ciclo completo, dalle elementari fino alla maturità.


Silvia Giordani
si dichiara curiosa di conoscere se è prevista, per il corpo diplomatico, la possibilità di scelta della
sede estera di servizio ed inoltre se è necessaria la conoscenza della lingua del posto di assegnazione.
Falcinelli

chiarisce che per i gradi iniziali della carriera vengono rese note due o tre volte l’anno delle liste di pubblicità


contenenti le notizie sui posti disponibili nelle varie funzioni nelle diverse sedi diplomatiche all’estero ai quali coloro


che sono interessati possono richiedere l’assegnazione con apposite domande che verranno valutate nel merito


dall’ufficio a ciò preposto in base ad una graduatoria. Riguardo alla lingua, al personale viene richiesta la conoscenza della lingua inglese e di un’altra lingua straniera ma non è richiesta quella del luogo di destinazione: molti


comunque, anche per arricchimento personale e per facilitare i contatti nella vita quotidiana, si impegnano ad apprenderla come sta facendo lei stessa seguendo lezioni di greco moderno.


Dietro sollecitazione del nostro Presidente interviene
Mietta Denti Rodeschini, già Vicepresidente della Fondazione Intercultura, di cui ricorda l’azione pluriennale svolta fin dagli anni ’60 per mandare tanti giovani studenti all’estero, permettendo loro di aprire la mente e sviluppare la capacità di empatia, di flessibilità e di adattamento alle
situazioni. Peccato che molti di loro disperdano nel tempo la capacità di concentrarsi su di un obiettivo preciso perseguendolo con tenacia e determinazione, come ha fatto la nostra ambasciatrice dimostrando anche un grande coraggio.
A chiusura dell’incontro riprende la parola
Geppi De Beni che, ringraziata l’ambasciatrice, anticipa che dall’1 al 6
ottobre, in un viaggio in Grecia organizzato dal nostro Club,
40 rotariani saranno anche ad Atene dove sperano
di poter organizzare una conviviale presso la nostra ambasciata.
(Carmelo A.)


BOLLETTINO N°32 – Volume 35

Responsabile:
Carmelo Antonuccio

Redazione:
G. Albani, AM. Bruno Cividini,

M. Ghitti, S. Leggeri.

Incontro n°31
Lunedì 17 maggio 2021

TEMA ROTARY 2019-2020
“Rotary opens opportunities”

Presidente Internazionale:
HOLGER KNAACK

Incontro n°31

Lunedì 17 Maggio 2021

On-line su piattaforma Zoom

Soci presenti il 17 Maggio 2021 : 22 + 1 = 50% Giorgio Donadoni, Presidente; Antonuccio, Barzanò, AM Bruno Cividini, Carminati, Ceruti, Crotti, De Beni, De Biasi, Denti Rodeschini, Golferini, Leggeri, Lo Sasso, Magri, Monguzzi, Poletti de Chaurand, Rota, L. Salvi, MG Salvi, S. Salvi, Testa, Tosetti.

Coniugi e familiari = 0

Ospiti dei Soci = 1 Dott.ssa Stefania Danzi

Soci presso altri Club e iniziative = 6

Soci di altri Club = 5 5 Iva Conti Schivardi, Presidente RC Romano di Lombardia; PP Alberto Ravasio e Bruno Bernini RC Isola dellla Bergamasca-Ponte S. Pietro; PP Ezio Fumagalli RC Treviglio e della Pianura Bergamaschi.

Soci D.O.F. = 10 di cui 5 presenti

Soci in congedo = 2 Colli, Manzoni.

Soci = 53 Totale Presenze: 40 Assiduità mese di Aprile = 46%